IL DOLORE
Se hai aperto questa pagina sarai stato attratto soprattutto dal termine dolore, forse perché ne soffri tu o qualcun altro vicino a te.
Il dolore ha molte cause, alcune evidenti in quanto iniziano dopo un trauma, ma molto spesso non è facile darsi una spiegazione del suo inizio.
Esistono diversi tipi di dolore, a seconda della classificazione che si utilizza. Una prima distinzione è quella che si fa tra dolore cronico e acuto.
Un dolore acuto per definizione è qualcosa che è insorto in tempi recenti, di solito è più facile capire qual è la causa e risponde bene ai farmaci.
Un dolore cronico è un tipo che invece persiste da tempo, alcuni mesi o più, inoltre è solitamente un sintomo che continua a durare ben oltre il tempo di guarigione del tessuto coinvolto e che è più difficile controllare da un punto di vista farmacologico.
Va anche detto che sulla definizione di dolore cronico, tra i vari professionisti che si occupano di questa materia non c’è un parere uniforme, proprio perché le caratteristiche indicate, tra cui il tempo di durata non sono sufficienti a definirlo.
Cosa causa il dolore ?
Questa è una domanda a cui, nel dolore cronico, non è facile rispondere, in quanto l’esperienza insegna che il ragionamento classico che si fa in medicina, nella ricerca della causa specifica di un dolore, molto spesso non funziona, perché in effetti il dolore non deriva solo da un’infiammazione o un processo simile, bensì da una moltitudine di fattori.
GLI INGREDIENTI DEL DOLORE
I fattori o ingredienti del dolore si possono raggruppare sotto 3 categorie, riassunte nel modello bio-psico-sociale.
Ecco nel dettaglio ogni categoria:
BIO: si intende il corpo della persona, con tutte le sue parti e i suoi tessuti. È quello a cui normalmente è rivolta la ricerca di causa e quindi si fanno gli esami diagnostici, come risonanza magnetica, radiografie, ecc.
PSICO: ogni persona è dotata di una mente e quest’ultima con i suoi processi è intimamente legata al corpo, in quanto i pensieri sono influenzati dallo stato del corpo e a sua volta la mente influenza lo stato corporeo. In questa relazione bi-direzionale, esistono particolari molecole in grado di rispondere ai processi mentali, che si diffondono nel corpo e nello stesso tempo queste molecole rispondono ai processi corporei, andando ad influenzare il cervello e quindi la mente.
Oggi sappiamo per esempio, che stati come la depressione, sono associati ad uno stato infiammatorio generalizzato del corpo ed è fuori discussione che l’infiammazione possa favorire la comparsa di dolore.
SOCIALE: ogni essere umano non vive solo, bensì è circondato da altre persone e vive in un determinato contesto con un lavoro, un certo reddito, una certa situazione politica, un certo livello di assistenza sanitaria, un certo livello di istruzione, ecc.
Riprendendo il modello di salute dell’OMS, indicato anche nella Dichiarazione di Alma Ata del 1978, l’aspetto socio-economico è un determinante importante nella salute di ciascuno, poiché in base al ruolo che ciascuno trova in seno alla società, da qui si influenzerà anche la risposta alla propria salute personale.
Se accettiamo questo modello, si può facilmente comprendere come il trattamento del dolore non sia qualcosa di semplice, ma per essere efficaci è necessario che medico e paziente, entrambi, accettino di lavorare insieme abbandonando vecchi concetti e pregiudizi.
PRENDERSI CURA E BENESSERE
Il modello bio-psico-sociale è un modello di salute, che è stato accettato dalla medicina a partire dalla fine degli anni ‘70 del secolo scorso e che oggi, ancora pochi professionisti mettono in pratica e che è anche poco accettato dalla maggior parte delle persone sofferenti, che cercano soluzione ai propri problemi di dolore in un esame o in un medicinale.
Il rischio nell’applicazione di questo modello è che si psicologizzi tutto, dando una spiegazione di solo di tipo emotivo, di stress o comunque legato alla sfera psicologica.
La realtà da tenere in considerazione è, invece, che questi fattori (biologico, psicologico e sociale) si sovrappongono gli uni sugli altri, in un intreccio molto stretto. Va da sé che cercare di districare non è la soluzione, bensì occorre procedere in parallelo sui diversi piani con competenza e con un filo logico ragionato.
Nell’approcciare al proprio dolore è opportuno che colui o colei che soffre inizi a prendersi cura di sé e non solo a curare il proprio dolore. In questo gioco di parole c’è una profonda differenza: nel curarsi in qualche modo ci si ferma all’aspetto medico della propria salute e quindi ci si dimentica di una parte importante, per lo più delegando il proprio stare meglio ad un professionista (medico, fisioterapista o chiunque altro).
Il prendersi cura è qualcosa di più profondo, è un atto che può rivolgersi agli altri (persone, animali o mondo) tanto quanto a noi stessi e può essere considerato come una “ricerca di conservazione della vita, per farla prosperare e per guarire le ferite ricevute” *
In termini concreti prendersi cura significa pensare a se stessi, non nel senso egoistico del termine, bensì, tornando al dolore, sfruttare questo elemento di disturbo, come occasione per ripensare a sé e al proprio contesto, intraprendendo un percorso di cambiamento, che segua i propri ritmi.
E se la salute, non è solo assenza di dolore, il benessere personale è qualcosa di più esteso, che abbraccia la propria persona nella sua interezza e che, in parte, dipende dal contesto in cui si vive e in parte dipende da come si conduce (e si ha condotto in precedenza) la propria vita. Anche qui non non ci riferiamo solo all’avere dei comportamenti rischiosi, ma anche a come ci si è occupati della propria persona, delle proprie emozioni, di ciò che causa disagio e, sapendo che in ogni momento della propria vita è possibile migliorare il proprio dolore e il proprio benessere, in qualunque condizione ci si trovi.
A questo proposito, ti possiamo suggerire anche un percorso di counseling, che in questo genere di situazioni può essere un valido aiuto, per facilitare il cambiamento e per guardare a se stessi da un punto di vista differente.
* Luigina Mortari – Avere cura di sé